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Il valore alla base di ogni scelta - da un post in pieno lockdown

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Simbiosi, scultura in cartone esposta in occasione di LuccaBiennaleCartasia 2022 C'è stato un giorno, in pieno lockdown, in cui i fogli di carta in formato A4 stavano per esaurirsi. Era un giorno buio in cui tutto sembrava precipitare . La carta, la banalissima carta, banale quanto il cartone con cui è realizzata la scultura della fotografia, si è improvvisamente manifestata in tutto il suo valore.  E ne sono scaturite parole affidate, all'epoca, ad un post su Facebook. Eccole.

La colazione come momento di ben-essere

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  Il sudore che cola lungo la schiena dopo la corsa, le mani umidicce e gli occhi protesi sulla moka. Il caffè che, pian piano, inizia ad uscire. Io che lo guardo mentre la mano cerca i semi di girasole e i frutti da mettere sul vassoio. Ancora, il miele e la marmellata, i corn-flakes, la tazza del latte, il pane, i biscotti, lo smartphone e un libro. Complici le ore di DAD (didattica a distanza) dei figli, indipendenti come non mai, le mie colazioni durante il lockdown diventano un evento di durata indeterminata. Quasi sempre si svolgono i giardino e non sono il frettoloso nutrirsi dei mesi precedenti, ma un rito senza traccia, come una tradizione nascente che assume la portata del sacro senza avere schemi da seguire. Un tempo libero e mutevole, anche negli ingredienti che, pian piano, si arricchiscono delle ciliege e delle prime albicocche. È il gusto che sperimenta accostamenti arditi, ne abbandona alcuni per trovarne altri. Il latte che arriva sul tavolo del giardino troppo caldo p

My personal lockdown

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  Il mio lavoro ha un proprio apice in primavera, momento straordinario per la crescita delle piante e, quindi, degli orti educativi. Purtroppo, è anche il momento giusto per seminare un prato, soprattutto la parte iniziale di questa bella stagione. Proprio per questo motivo le ultime primavere, forse le ultime dieci – quindici, sono state teatro di un certo magone ogni volta che guardavo il mio prato o, meglio, ciò che ne rimaneva in due lembi del terreno che circonda la casa in cui vivo. Per ragioni molto diverse, entrambe quelle porzioni di terra del prato avevano più la destinazione che l’aspetto. Alla fine di ogni primavera mi chiedevo come fosse stato possibile non trovare il tempo e le energie necessarie per lavorare la terra, interrare un po’ di fertilizzante, distribuire un po’ di semi, dare acqua e far nascere un prato decente. La tentazione tornava in autunno, ma il timore di pesanti piogge, soprattutto per uno dei due lembi, mi ha sempre frenato. Aggiungevo, a parziale gius

Cieli ottocenteschi (cieli mai visti)

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  È successo all’improvviso, un giorno mentre me ne stavo in giardino. Ho guardato il cielo azzurro, incredibilmente azzurro, così come è stato per gran parte del lockdown. Ho avuto la sensazione che qualcosa non tornasse: il cielo da giorni era diverso e io non me ne ero accorto. Cosa lo rendeva diverso? Un’assenza che percepivo per la prima volta nella mia vita: gli aerei non solcavano più i cieli. Non una delle loro inequivocabili sagome, non una luce lampeggiante nel cielo notturno, non una scia, non un flebile rumore. Niente. O, meglio, solo il cielo. Esattamente come io non lo avevo mai visto sopra di me. Gli aerei non volavano più. Non che non lo sapessi, ma un conto è sapere una cosa, un altro è averne la consapevolezza. Non una notizia, un’informazione, ma una realtà percepibile. Ho iniziato a guardarlo nei momenti più diversi. Durante la notte, quando sembrava un cielo di montagna. Al mattino quando mi stendevo a terra per fare i miei esercizi per rafforzare gli addominali e